Filippo Dr. Panìco: la sofferenza creativa
Pacchetti postali, Tour dei Soggiorni e poesia: un mix di arte e performance che non passa inosservato
Filippo Dr. Panìco è il nome d'arte di Filippo De Lisa. Cantautore e poeta, Filippo è riuscito a farsi apprezzare soprattutto per la sua capacità di scrittura, così semplice eppure così vera ed incisiva.
Leggendo i suoi testi sembra quasi di instaurare un rapporto diretto con lui, una chiacchierata su quelle che possono essere le nostre paure e le nostre ansie.
Le sue raccolte poetiche sono distribuite tramite "pacchetti postali" all'interno dei quali si possono trovare, oltre i libri, anche dei simpatici gadget come l'attestato di sofferenza. Un modo nuovo per diffondere la propria voce e la propria visione del mondo, spesso autoironica, e per sottolineare il fatto che tutti alla fine soffriamo per le stesse situazioni.
Altra particolarità di Filippo Dr. Panìco è la sua voglia di stare in mezzo alle persone. Unendo musica, cibo e poesia ha dato vita ad una vera e propria performance che prende luogo nelle case di chi è disposto a condividere il proprio spazio personale con altre persone, il "Tour dei Soggiorni". Al momento bloccato causa pandemia, l'augurio è che questo tour possa riprendere quanto prima!
Come ti definiresti in parole poetiche?
Mortale e solo, come tutti gli esseri viventi, e drammaticamente sexy.
Come nasce questa esigenza della scrittura?
Dalla paura di morire senza aver lasciato una seppur minuscola traccia nell'universo.
Raccontaci le tue raccolte.
Sono libri di poesie, pensieri e racconti. Fondamentalmente mi faccio delle domande sull'esistenza in senso ampio, e mi diverto a darmi delle risposte sbagliate. Per ridere. A volte ne scaturiscono delle riflessioni, a volte lo faccio per sfogarmi. Adesso spedisco 4 libri e 12 gadget in un pacchetto postale che si chiama proprio così: "Il pacchetto delle risposte sbagliate".
Il tuo è uno stile semplice che pesca dal quotidiano. Dove trovi l'ispirazione?
Dal quotidiano. A parte gli scherzi, cerco di scrivere e di trovare un punto di vista diverso sulle cose più semplici. Cerco anche di non smettere mai di divertirmi nel farlo. Quando una cosa non mi diverte, anche se magari piace, vuol dire che non è la cosa giusta per me. Quando dico divertimento, non parlo per forza di risate.
Il tour dei soggiorni è un mix perfetto di musica, performance, arte, cibo: da dove e quando è nata questa idea?
Dal 2012 ho iniziato a girare l'Italia nei locali, spesso in situazioni tragicomiche. Poi nel 2018 stava uscendo il mio secondo pacchetto postale (da poco è uscito il quinto), e non avevo ancora preso le date del tour. Così mi è venuta l'idea di fare un tour solo nelle case, in cui prima dello spettacolo cucinavo per tutti, e piano piano è diventato qualcosa di strutturato. In due anni ho fatto circa 160 spettacoli in tutta Italia, e devo dire che ho trovato la mia dimensione.
Quali sono i prossimi progetti per questo 2021?
Innanzitutto non morire. Poi a ottobre uscirà il mio primo romanzo che parla della morte. Detto così pare una merda, ma secondo me è bello.
Cosa hai imparato dall'anno passato così funesto?
Ho imparato a interessarmi ai fiori, e a guardare le cose con più calma. Poi ho imparato a fare bene la pizza e mi sono divertito molto con i vari tipi di farina e farinacei. Ho dipinto tutta casa. Ho iniziato ad ascoltare tantissimi audiolibri e mi sono ricordato che è bello stare col mio cane. Devo dire che la reclusione mi ha fatto bene, mi ha dato più equilibrio e serenità. Alla fine sono queste due cose le più importanti, no? Il resto sono cazzate. In quest'ultimo anno un paio di amici se ne sono andati, e questa cosa mi ha dato molto da riflettere.
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