L'11 ottobre è stato presentato il mio romanzo "Tu che fai rumore", edito da Affiori, presso la libreria Sinestetica Expo: un momento di incontro e condivisione
Il design di Danilo Guerricchio
Interior Designer con un grande spirito creativo e un forte senso di osservazione che si sta facendo strada velocemente
Classe 1980, Danilo Guerricchio è un Interior Designer che, dopo una ampia formazione sul campo nei più importanti studi di design, ha deciso di aprirsene uno suo: Danilo Guerricchio Interiors.
Qui, a Matera, Danilo può dare libero sfogo al suo spirito creativo che pone sempre le basi su una forte progettualità. Il suo lavoro si sviluppa da una forte osservazione di ciò che lo circonda.
La sua convinzione è infatti che, se si osserva attentamente, l'ispirazione può arrivare ogni giorno come input da qualsiasi cosa.
Ma adesso lasciamo a lui la parola!
Come nasce la tua passione per il design?
C'è una frase di Achille Castiglioni, che tra l'altro ho utilizzato come benvenuto durante l'apertura del mio
studio, che recita: "Se non siete curiosi, lasciate perdere. Se non vi interessano gli altri, ciò che fanno e
come agiscono, allora quello del designer non è un mestiere per voi".
Ecco forse la mia passione per il
design non nasce in un momento preciso ma è semplicemente un "esercizio" involontario che porta ad
essere curiosi verso le persone, verso la gestualità delle persone, verso i bisogni comuni e porta a dare una
forma a problemi quotidiani.
Cosa ti porti dietro dai tuoi anni al Politecnico?
Progettualità. La risposta potrebbe essere racchiusa in una sola parola, ma il senso è che molte azioni o
iniziative dovrebbero avere un progetto alla base. E' qualcosa di cui a volte non ci accorgiamo ma la scuola
ci da un metodo che poi sta a noi sviluppare. Se ci pensiamo bene anche quando scrivevamo un tema ci
abituavano inconsapevolmente a creare una scaletta per punti da sviluppare. In quel momento stavamo
progettando. Ecco, il politecnico mi ha dato questo, ho imparato a progettare e a sviluppare la curiosità che
è propria di questo lavoro.
Hai lavorato in diversi studi. Come ti hanno aiutato nella tua formazione?
Il settore del design e della progettazione di interni è molto vasto e gli studi in cui ho avuto la fortuna di
lavorare avevano tutti peculiarità diverse, alcuni più volti agli allestimenti fieristici e museali, altri al retail,
fino alla progettazione di yacht. Oltre a questo, vivere in un ambiente fortemente competitivo e stimolante
come è quello milanese ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale nella mia crescita professionale.
Il lavoro che ricordi con più soddisfazione.
Sono legato più o meno a tutti i lavori che ho seguito, anche a quelli che riguardando ora mi piacciono
meno, mi aiutano a capire gli errori, a migliorarmi e anche a valutare la mia crescita.
Il lavoro a cui sono più legato resta comunque il progetto degli interni di uno yacht per la San Lorenzo,
sviluppato durante la mia permanenza nello studio Citterio-Viel di Milano, questo sia per il mondo
estremamente affascinante degli yachts sia per l'alto livello di customizzazione del progetto. Cinque livelli per
una lunghezza di 46 metri, in cui i dettagli creano un ambiente confortevole ma al tempo stesso sofisticato.
A cosa ti ispiri?
Beppe Finessi, noto architetto e docente del Politecnico di Milano, ci ripeteva fino allo sfinimento, durante
le sue lezioni di "dimenticare a memoria". In questo lavoro bisogna saper prendere da tutto, non solo dai
grandi maestri, ma anche da settori totalmente diversi o semplicemente dalla natura. Il design ha come
base la capacità di osservazione e l'ispirazione, se si osserva, può arrivare ogni giorno come input da
qualsiasi cosa ci circondi.
Quali sono i tuoi prossimi progetti futuri?
Per ora ho aperto il mio studio, che è già un "progetto futuro" nel senso che anche semplicemente la
propria attività va progettata giorno per giorno in modo che cresca e possa assecondare i tempi.
Ad ogni modo ci sono tante cose in pentola e tante idee, sto collaborando con alcune aziende di design,
sviluppando alcuni progetti residenziali e portando avanti alcune idee che puntano più che sull'architettura
reale su quella virtuale...ma di questo non si può ancora parlare.
Il tuo obiettivo finale.
Non ho un obiettivo finale. Bisogna porsi nuovi obiettivi giorno per giorno e con la lungimiranza di chi
guarda già a cosa succederà fra dieci anni. Il settore del design e della progettazione di interni è in forte
mutamento e bisogna saper assecondare i tempi. Questo non vuol dire modificare il proprio stile (c'è chi
proprio grazie ad un design "stabile" è riuscito a superare le crisi del settore), ma saper capire e prevedere
bisogni diversi e che cambiano con grande velocità.